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Rozzano Rozzano / Via Milano

La Russa (contestato) e Salvini alla scuola di Rozzano

Italia spaccata in due: il caso dell'elementare rozzanese e della festa di Natale "mancata" diventa nazionale. Presidio politico lunedì mattina

Rozzano nelle cronache nazionali per la questione legata al Natale nella scuola elementare di via Milano, il cui reggente Marco Parma (ex candidato a sindaco del Movimento 5 Stelle) ha rassegnato il mandato in attesa di un incontro in provveditorato (video).

Lunedì 30 novembre i militanti di Fratelli d'Italia hanno organizzato un presidio davanti alla scuola, a cui ha partecipato anche Ignazio La Russa che però è stato contestato da alcuni genitori presenti, che non avevano gradito bandiere di partito e possibili strumentalizzazioni. La Russa ha replicato che «questo problema non riguarda solo i bambini di Rozzano» e ha aggiunto: «Siamo qui per difendere l'identità nazionale anche laica, per dire che nessuno può impedirci di avere le nostre tradizioni, cultura, storia e simboli. Io sono qui senza bandiere». Poi i militanti hanno tolto quelle che avevano portato.

In tarda mattinata è arrivato anche Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che ha portato un presepe e ha distribuito alcuni compact disc con canti di Natale ai genitori presenti davanti alla scuola. «Folle sostituire la festa di Natale con la festa d'inverno. Il Natale è una bella festa di condivisione per i bambini. Si fraintende l'integrazione con la cancellazione del nostro passsato - ha affermato - i bambini musulmani sarebbero felici di parlare di Gesù Bambino» (video: i genitori portano in classe il bambin Gesù).

Mai come in questo caso i contorni della vicenda non sono chiari. Le prime voci, di cui non era logico dubitare, parlavano di una festa di Natale (pre-25 dicembre) trasformata in festa "d'inverno", da tenersi il 21 gennaio, senza il coro natalizio. E poi anche di crocifissi tolti dalle aule scolastiche. Parma ha rilasciato interviste video e poi ha scritto una nota per giustificare la sua posizione. Nelle interviste video, sottolinea che con un 20% di bambini musulmani sarebbe stato sbagliato insegnare loro i canti natalizi cristiani e anche che - dopo gli attentati di Parigi - lo si sarebbe potuto vedere come «una provocazione anche pericolosa»; nella nota scritta, in realtà, smentisce che vi fosse in programma una qualsiasi festa di Natale.

Riguardo alle feste, Parma scrive: «Mi sono, viceversa, adoperato per sostenerle: tanto il concerto del 17 dicembre dei ragazzi della secondaria quanto quello dei bimbi della primaria, in programma per il 21 gennaio, oltre ai momenti di festa prenatalizia che si svolgeranno, come di consueto, in tutte le classi». E precisa che l'unico diniego «riguarda la richiesta di due mamme che avrebbero voluto entrare a scuola nell’intervallo mensa per insegnare canti religiosi ai bambini cristiani: cosa che continuo a considerare inopportuna».

Sottili e probabilmente non ricostruibili pienamente le sfumature: la festa del 21 gennaio è "in programma" perché il preside si è rifiutato di farla prima di Natale o per altri motivi? Su questo i genitori della scuola paiono divisi nell'interpretazione. Certo, non programmarla è diverso dall'annullarla, ma nemmeno poi tanto nella sostanza quanto più nella forma. Ci penserà il provveditorato. Il Paese (non Rozzano: l'Italia) è nel frattempo spaccato. 

Vale però la pena di ricordare innanzitutto che - per i musulmani - Gesù è un profeta e non un diavolo: non si capisce dunque come possa essere offensivo o provocatorio, per un musulmano, cantare o ascoltare "Tu scendi dalle stelle"; e secondariamente che la cristianità ha influenzato la cultura (in senso antropologico) dell'occidente, insieme chiaramente ad altri innesti che sono diventati sempre più importanti, tra cui l'epoca dei Lumi. Poiché Parma, in alcune dichiarazioni, ha parlato di «integrazione», è evidente che la migliore integrazione possibile si realizza presentando sé stessi in ogni declinazione, Natale compreso.

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